sabato 2 febbraio 2013

incubo sulla città contaminata


Va bene, non è neanche un film perfetto, ma parlando di fascino ne ha da vendere.
Cronologia zombesca: Nel 1968, George Andrew Romero porta sugli schermi il famosissimo Night of the living dead (La notte dei morti viventi). Nella storia del cinema si è parlato di zombie (quelli veri) da sempre, ma Romero con il suo film li trasforma rendendoli leggendari. Il successo cinematografico è totale e sorprendente, tanto da influenzare completamente il cinema di genere. Da quel momento in poi gli zombie sono solo quelli di Romero.
Il film ebbe così tanto successo e così poco rientro economico nei riguardi della troupe (anche per via di certi errori del distributore che resero il film di pubblico dominio) che lo stesso Romero, per sdebitarsi con loro, realizzò un remake praticamente uguale nel 1990. Romero lo produsse, lo sceneggiò e rimase sul set per tutto il tempo, ma la regia venne firmata da Tom Savini, il maestro degli effetti speciali.
Per lungo tempo, dunque, gli zombie sono rimasti sempre gli stessi. Nel 1978 venne pubblicato anche Down of the dead (il sequel dello stesso Romero) tradotto in Italia con il titolo Zombie, versione pesantemente ritoccata da Dario Argento che introdusse anche alcuni brani dei Goblin.
In quegli anni furono tantissime le pellicole sugli zombie, e tutte si rifacevano fedelmente a quel morti viventi, ma non Lenzi.
Nel 1980, infatti, firma il suo Incubo sulla città contaminata e i suoi mostri non sono zombie, ma uomini contaminati da un virus che li trasforma in mostri succhia sangue. La pellicola piace e diventa subito un cult. Non solo, i mostri entrano di diritto nel filone degli zombie rendendoli, però, moderni.
Nonostante tutte le pellicole sui morti viventi, Lenzi, in realtà, si ispirò a un altro film che con loro non aveva nulla (o quasi) da spartire. Il maestro si rifà infatti a La città verrà distrutta all'alba (sempre di Romero), dove un virus creato in ambiente militare infetta le persone, ma poco conta. Quelli di Lenzi vengono considerati zombie a tutti gli effetti. Zombie con caratteristiche innovative, tra l'altro. Innovazioni che verranno riprese solo negli anni 2000, come vedremo. I suoi zombie corrono rendendosi più pericolosi e letali.
Nel 2002 Danny Boyle (Piccoli omicidi tra amici, Trainspotting) firma 28 giorni dopo ed è chiara l'influenza del film di Umberto lenzi. Nel 2004, invece, Zack Snyder (300, Watchmen, L'uomo d'acciaio) firma il remake di Down of the dead (Zombie), dove gli zombie sono velocissimi e in pochissimo tempo invadono tutto il mondo.
Quindi, non sarà il miglior film di Umberto Lenzi, ma grazie a lui gli zombie si sono evoluti. Lo stesso Tarantino, lo considera una specie di capolavoro e Rodriguez lo ha saccheggiato (questo e anche La città verrà distrutta all'alba) per costruire il suo Planet Terror, l'altro capitolo (insieme a Death Proof) di Grindhouse.
Il film comincia con il giornalista televisivo, Dean Miller, che viene inviato all'aeroporto per intervistare uno scienziato di fama mondiale che sta per atterrare. Lui vi si reca con un cameraman, ma non lo vediamo pienamente sereno. Si guarda attorno e sembra quasi spaesato. La telecamera indugia su alcuni dettagli che ci sembrano di poco conto, un'auto dei vigili del fuoco che avanza nella pista deserta e cose di questo tipo. L'aereo che stanno aspettando non c'è. È in ritardo. Poi arriva, ma la situazione è particolarmente strana. Sembra che non ci siano i piloti, sembra che non ci sia nessuno, all'interno. Poi il portellone si apre e una gamba lentamente sbuca fuori.
Ci sono i militari, le belle donne nude, donne sconosciute che vengono aggredite, spogliate e... morse. Così, per far vedere un po' di tette. C'è tantissimo sangue, ma anche coltelli finti. Tanti. Si notano troppo. Inseguimenti e lotte all'ultimo sangue. La tensione cresce e cresce anche la visionarietà di Lenzi, insieme alla violenza. Mammelle che vengono asportate, occhi che vengono infilzati e sradicati dalle orbite e quant'altro. Tutto il repertorio, fortunatamente. L'invasione è totale e pare proprio che non lasci scampo. Poi il colpo magistrale di Lenzi che chiude il film in un modo che a quei tempi era tutt'altro che scontato o banale. Chapeau.

Incubo sulla città contaminata di Umberto Lenzi
Italia, 1980
con Hugo Stigliz, Laura Trotter, Mel Ferrer