martedì 6 novembre 2012

una questione d'onore


Un film dimenticato e passato quasi inosservato ai tempi dell'uscita nelle sale, perché il regista Luigi Zampa, ai tempi uno dei più importanti quasi al pari dei suoi colleghi neorealisti, aveva già diretto pellicole come Processo alla città, il poker sul fascismo Anni difficili, Anni facili, L'arte di arrangiarsi e Anni ruggenti. E commedie del calibro de Il medico della mutua e Bello, Onesto, Emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata.
Dimenticato e sottovalutato.
In realtà si tratta di un film ben scritto (a quattro mani), ben diretto e bene interpretato. Ugo Tognazzi
alle prese con la lingua sarda è uno spasso e una sorpresa.
Siamo in Sardegna, infatti, e sono gli anni sessanta. Un cartello, ancora prima dei titoli, ci avvisa che questo film vuole rendere giustizia all'isola, perché si fa presto a raccontare di cawboys dell'ovest America. Il Far West che si è sviluppato da queste parti non ha certo nulla da invidiare.
Beh, non me la sento di confermare questa tesi, ma... non sarò certo io a negarla.
Efisio Mulas (Tognazzi) lavora in una miniera di sale (l'inferno, si) e cerca di guadagnare il più possibile per riuscire a pagarsi la prostituta del paese che in realtà, a lui, pare proprio non voglia concedersi.
In realtà la back story è complessa (nel linguaggio degli sceneggiatori cinematografici è la vita di un personaggio fino al punto in cui lo vediamo effettivamente nel film). Il giovane Mulas è tutto sommato un bel ragazzo ambito dalle molte giovani del paese. La più bruttina, per farsi notare, gli spacca un oggetto sulla nuca, ferendolo gravemente. Al processo lei dice di essere stata disonorata, ma alla scoperta che lui in realtà non ha mai avuto rapporti sessuali, viene spedita in galera. Da qui tutta la questione di onore di cui il film è farcito.
Domenicangela Piras, la ragazza bruttina (la stupenda Nicoletta Machiavelli) non può accettare di essere stata rifiutata nonostante sia stata lei, a modo suo, a dichiararsi. I fratelli di lei non possono accettare una sorella disonorata e pretendono che lui la sposi. Lui non può accettare di essere ancora vergine e per questo deve porre rimedio quanto prima facendo ricorso alla prostituta che minacciata dai fratelli Piras non si concederà mai. E siamo all'inizio.
Efisio non demorde e svolge qualunque lavoro, pur di guadagnare soldi (e per la prostituta e per sua madre vedova, con la quale vive). Efisio è una persona onesta, ma gli eventi, come spesso capitava, lo portano a percorrere una strada tortuosa.
Domenicangela esce dal carcere profondamente mutata, nell'aspetto (ora è bellissima) e nell'atteggiamento (decide che Efisio non la merita e aspetterà che sia lui a farle la corte), ma alla fine Efisio, in modo rocambolesco, riesce a far breccia nel suo cuore. Ora deve soltanto chiedere la mano di lei a suo padre e potrà sposarla. Mica facile. Liberato Piras è un latitante che vive in Supramonte. Ma questo non è il vero problema. Arrivare in quei nascondigli, se i banditi permettessero, non sarebbe un grosso problema. Il problema è arrivarci, semmai. Vivo, preferibilmente. Ma lui viene accompagnato dai fratelli al completo. Il problema vero è convincere Liberato Piras di essere l'uomo giusto per Domenicangela, ecco cosa. Dimostrare di essere un uomo. E c'era soltanto un modo, in quegli anni, in quei luoghi, per dimostrarlo.
No, non esagerare. Nessun assassinio. Anche se...
Efisio deve rubare una pecora, tutto qua. Ma lui vuole dimostrare di essere un uomo con le palle e decide di rubarne due, tre, quattro. Cinque! A quei tempi, però, la questione dell'onore era una cosa seria e chi prima, chi dopo, coinvolgeva tutti.
In paese, nel mentre, una faida fra due famiglie, aveva da tempo sconfinato negli omicidi. Per farla semplice (ma non era affatto una cosa semplice né da ridere) funzionava così: Io uccido te che hai ucciso mio fratello (vedi le storie dei più famosi banditi sardi) e siamo pari. La tua famiglia, se non è d'accordo, può farmi ammazzare da un fratello e se io sono già morto o magari latitante ucciderà mio fratello o mio figlio e così via senza soluzione di continuità.
Ecco. Efisio, durante il furto, si ritrova proprio nel mezzo della faida e con alle spalle un cadavere (uno delle due famiglie in guerra) ucciso in realtà da qualcun altro esterno alle varie vicende. Cioè, chi avrebbe dovuto compiere il delitto non aveva nessuna intenzione di farlo, ma avendo già a disposizione un cadavere può dire alla propria famiglia (l'onore) di esserne il responsabile ma alla famiglia avversaria (la paura) di aver visto Efisio compiere l'assassinio. È un po' complicato, ma vedrai che te lo spiego.
Ignaro di tutto, Efisio, può finalmente sposarsi con la bella Domenicangela, ma un pezzetto del suo pantalone viene ritrovato dai Carabinieri (tutti originari di altre parti d'Italia, come di consueto, e per questo impossibilitati a muoversi nei modi più indicati. Spesso facevano ancor più danni, infatti) che lo arresta proprio nel momento in cui i due, finalmente, stanno per consumare...
A questo punto, la trama già ingarbugliata, si complica di brutto. E torna, come un'ossessione, la questione dell'onore: meglio passare per un assassino e continuare a star lontano dalla propria moglie o lasciar credere di essere cornuto?
Il finale è quanto di più grottesco e drammatico visto in una commedia. Tognazzi chiude con una prova d'attore maiuscola e gli sceneggiatori dimostrano grande sensibilità cercando di non prendere superficiali posizioni su un argomento complesso e serio come questo, riferito a quel preciso periodo storico.
Musiche dell'argentino Luis Bacalov (Il Vangelo secondo Matteo, Django, Milano calibro 9, Il postino), uno dei compositori più amati da Tarantino, ed eseguite da Bruno Nicolai (I giorni della Violenza, Il pelo nel mondo, Kiss Kiss... Bang Bang, Conte Dracula, La notte che Evelyn uscì dalla tomba e tanti altri capolavori).

Una questione d'onore di Luigi Zampa
Italia, Francia 1965
con Ugo Tognazzi, Nicoletta Machiavelli

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