giovedì 20 dicembre 2007

serial killer

Non troppo tempo fa mi piaceva affermare "diventerò un serial killer o un criminologo". Era una ragazzata, naturalmente, una provocazione che non riusciva minimamente a nascondere l'attrazione letteraria che ho sempre avuto per queste due figure. La cosa che mi affascina di più è la mente umana. Quello strano meccanismo che ha sempre un modo totalmente nuovo di funzionare, dove non sempre un corto circuito è sinonimo di male. Non passa giorno in cui al telegiornale non venga annunciato un nuovo omicidio e ogni volta l'assassino pare affetto da una diversa forma di "follia". Ormai è la prassi. Cosa ci sia di vero non è dato saperlo, ci sono giudici e psichiatri incaricati di chiarire i casi che di volta in volta emergono dalla quotidianità.
Conoscendo questa mia "passione", allora, qualcuno ha pensato bene di farmi un regalo graditissimo. Serial Killer è un saggio di valore scientifico raccontato come un romanzo, dove Carlo Lucarelli con il suo talento noir racconta dodici casi e Massimo Picozzi li analizza in modo scientifico. I due riconducono i vari assassini seriali ad alcune categorie raccontandone la genesi e la "formazione".
Storie di ossessione omicida è il sottotitolo di un libro sorprendente, un saggio esplicativo di quella inquietante figura che per molti ha sostituito l'uomo nero. I Serial Killer si nascondono nell'ombra, studiano le proprie vittime e ne fanno un profilo quasi come il criminologo fa con loro. Gli autori riescono a portarci fino in fondo creando una suspense propria dei romanzi noir. Da leggere.

Serial Killer - Storie di ossessione omicida
Mondadori, 338 pp
€ 8,80

arrivederci amore, ciao

Tratto dall'omonimo romanzo di Massimo Carlotto, il film si compone sulle note di Insieme a te non ci sto più, cantata da Caterina Caselli nel '68. La storia di Giorgio, il protagonista, la si legge proprio tra le righe della canzone. Pare quasi che quelle note stessero attendendo le giuste immagini per tornare in vita dopo essere state dimenticate nel passato.
Michele Soavi firma la regia di questo film duro che racconta gli anni di piombo e i rapporti di coppia senza poesia e romanticismo. Un noir che non ha bisogno dello scenario storico ma che s'incastra alla perfezione in quegli anni e in questo nostro "bel" Paese.
Alessio Boni è Giorgio, semplicemente un terrorista costretto a scappare in Centro America. Quando decide di tornare in Italia vuole farlo da uomo libero e non importa quanto costi a lui e a chi gli sta attorno. La sua libertà non ha prezzo.
Tradisce i suoi vecchi compagni consegnandoli al vice questore della Digos, il sardo Anedda (Michele Placido) e si paga la riabilitazione con una bustarella all'influente politico di turno. Per un uomo come lui, tuttavia, questo non basta. È passato dal terrorismo in Italia alle guerriglie in Centro America approdando alla libertà scontando una minima pena carceraria, d'altronde. La pulizia di coscienza non può essere completa. E Giorgio si risveglia dal sogno quando s'imbatte in una donna (Isabella Ferrari) che non ha nessuna intenzione di creare qualcosa partendo dal marcio. Da li in poi sarà consapevole della meta finale, la riabilitazione, e del fatto che chiunque voglia ostacolarlo dovrà essere eliminato.
Michele Soavi ha il merito di utilizzare tutti i trucchi dell'horror acquisiti negli anni per raccontarci una storia molto più nera e terribile di quelle infarcite di mostri puramente fantastici.

Arrivederci amore, ciao (ITA 2006)
di Michele Soavi
durata 107 minuti